S&P 500 e Federal Reserve: le attese dei mercati per le elezioni USA.
Chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza. Questo è il morale delle elezioni americane, non solo per centinaia di milioni di persone negli Stati Uniti e nel resto del mondo, ma anche per i mercati finanziari.
C’è grande confusione nel prevedere cosa succederà se vincerà un candidato piuttosto che un altro, le previsioni dei mercati finanziari sono simili ai sondaggi: fifty-fifty, cioè divise al 50%. Nessuno vuole restare bruciato da una vittoria o sconfitta improvvisa del candidato opposto, un po’ come succede nella vita.
Ma cosa dice la Borsa? Dall’inizio dell’anno, l’indice Standard & Poor’s è in rialzo del 20%, un aumento che non si vedeva dalle elezioni del 1936. Questo è un dato di fatto.
Normalmente, quando si ha un anno così forte e robusto, il proseguimento diventa una sorta di seguito di questa crescita, e quindi è possibile che l’indice Standard & Poor’s segni un nuovo record, anche al di là dell’esito delle elezioni.
Perché questo? Perché, al di là delle promesse elettorali diffuse ovunque, ciò che conta per i mercati finanziari sono le scelte di politica economica che verranno prese dopo le elezioni, non le promesse.
È facile dire ‘Trump Trade‘, andare lunghi sul dollaro o corti sui titoli di Stato, ma in realtà la situazione è più complessa. Dipenderà da cosa accadrà ai tassi di interesse. Ricordiamo che giovedì ci sarà la riunione della Federal Reserve, un appuntamento molto importante da cui ci si aspetta un taglio del costo del denaro di almeno 0,25 punti base.
A fine settimana, inoltre, sarà decisivo ciò che decideranno i cinesi riguardo alla loro economia, poiché si riunirà il Consiglio Supremo del Popolo Cinese per determinare eventuali stimoli economici. Questo è importante per i mercati, dove la liquidità è fondamentale.
Indipendentemente da chi vincerà, Trump o il candidato opposto, il mondo potrebbe cambiare radicalmente, non solo per i mercati finanziari. Certamente, questo è un momento epocale, un momento in cui gli americani non sembrano incerti: o si sta da una parte o dall’altra, e sarà questo l’orientamento che emergerà all’indomani delle elezioni.”